Il linguaggio burocratico

Crediti immagine di copertina: CC BY-SA 2.0 Harald Groven

Con la presente la informiamo che…

“…al fine di ottenere una più rapida definizione delle contestazioni sulle cartelle esattoriali, è invitato a recarsi al Centro di Servizio delle Imposte Dirette ove, tramite unistanza corredata dalla documentazione giustificativa della contestazione alla pretesa tributaria, si può ottenere la definizione senza procedere alla spedizione del ricorso.”

Traducendo in italiano, e con diciassette parole contro le cinquantatré di “burocratese”, il paragrafo precedente vi informa che se volete fare ricorso contro la richiesta dell’Agenzia delle Imposte potete recarvi all’ufficio indicato con documenti giustificativi.

Il linguaggio burocratico, conosciuto anche come burocratese, è caratterizzato da perifrasi e termini obsoleti, inusuali, arcaici, lontani dal linguaggio comune, che tendono ad offuscare la comunicazione e confondere il pubblico con eufemismi e giri di parole il pubblico a cui è diretto. Si potrebbe cinicamente concludere che lo scopo del burocratese sia umiliare i cittadini invece di facilitarne i rapporti con gli enti.

Se il livello di intelligibilità risulta già basso nella propria lingua madre, le cose si complicano quando il burocratese deve essere tradotto e la traduzione deve essere eseguita in tempi strettissimi e non da madrelingua.

Situazione che può sembrare estrema ma che è la norma alla Commissione Europea, dove le lingue ufficiali sono 24, ma le lingue di lavoro sono tre: inglese, francese e tedesco. Nonostante l’infelice uscita di scena della Gran Bretagna, l’inglese è rimasto la principale lingua di lavoro perché tra le giovani generazioni, e anche nel blocco ex-comunista che ha aderito all’Unione, l’inglese è la seconda lingua più diffusa.

Questo significa che la stragrande maggioranza dei documenti ufficiali è redatta in inglese o in francese da funzionari specializzati nel loro settore ma raramente madrelingua. Succede che un funzionario polacco scriva un documento in inglese, e non abbia tempo per una revisione, e che questo documento venga tradotto “velocemente” in francese, magari da un greco perché tutti i madre lingua sono impegnati. Succede anche che ulteriori traduzioni vengano poi eseguite dalla versione francese, per cui la versione italiana può essere il terzo livello di un testo scritto in inglese traballante e tradotto in francese approssimativo.

Questa situazione da incubo ha contribuito alla creazione della Clear Writing Team, idea di uno sparuto gruppo di funzionari della Direzione della Traduzione della Commissione, che dal 2010 cerca di educare i colleghi all’uso di un linguaggio semplice. L’idea è stata dei traduttori perché sono loro le principali vittime dei testi quasi incomprensibili, ma nel corso degli anni si è diffusa anche in altre direzioni, portando alla creazione di un gruppo di volontari impegnati nella difficile educazione dei colleghi all’uso di un linguaggio semplice.

Non si tratta di un esercizio accademico o di un espediente per agevolare i traduttori perché non solo per la Commissione, ma per tutte le amministrazioni pubbliche, uno stile chiaro ha come scopo:

  • Rendere la comunicazione più efficace
  • Ridurre la corrispondenza inutile
  • Instaurare un clima costruttivo

I documenti della Commissione Europea sono destinati a un pubblico molto vario, non solo a specialisti del settore e quindi devono contenere messaggi essenziali con spiegazioni sintetiche.

Claire, il “volto” della Clear Writing Team, è la protagonista di opuscoli in 24 lingue che contengono esempi su come semplificare testi, consigli su come strutturare le frasi, incoraggiamenti a essere brevi e coerenti eliminando le ripetizioni, e brevi elenchi di falsi amici, quelle coppie di parole in lingue diverse che si somigliano ma che hanno significati diversi. Nella lista per l’italiano si trovano tra gli altri i falsi amici francesi abusif, che non significa abusivo ma illegale, e cornichon che certamente non si traduce con cornicione perché significa cetriolo. In inglese si trovano actual che non si traduce con attuale ma reale, ideally che significa nella migliore delle ipotesi, sensibleche significa ragionevole e non sensibile, e molti altri.

È difficile quantificare il successo di Claire negli oltre dieci anni di attività. Nonostante i corsi di formazione, le conferenze, gli opuscoli, gli articoli bisettimanali e molto altro lavoro, il linguaggio della Commissione rimane generalmente prolisso e pomposo. Senza lasciarsi scoraggiare, anche lo scorso anno la Direzione della Traduzione ha continuato la sua capillare attività coronata da una conferenza generale e dalla produzione di divertenti video per i colleghi, tra cui uno disponibile anche al pubblico, ma probabilmente più apprezzabile dagli addetti ai lavori.

Se per gli enti pubblici europei il problema di comunicare con i cittadini in maniera comprensibile resta assai spinoso, negli Stati Uniti, avvantaggiati da una lingua comune, già dal 2010 è stato implementato il Plain Writing Act, che richiede tra l’altro l’uso di linguaggio semplice per i documenti pubblici, un’adeguata formazione dei dipendenti e l’esistenza di varie strutture di monitoraggio per garantire la conformità ai requisiti della legge.

Tuttavia regole e leggi non sono sufficienti per cambiare quella che diventa velocemente una deformazione professionale appena ci si trova immersi in un ambiente in cui un linguaggio “fiorito” ovvero prolisso, sovrabbondante e inutilmente complicato viene considerato indispensabile per distinguersi dalle masse che stanno precipitando nell’analfabetismo funzionale. Quello che servirebbe è un cambiamento radicale di mentalità, ovvero capire che scrivere comunicazioni destinate al grande pubblico non è un esercizio di ampollosa retorica, ma un servizio, e che il messaggio dovrebbe essere facilmente comprensibile alla maggioranza dei cittadini a cui è rivolto.

Questa parte del modulo della domanda di sovvenzione ha lo scopo di consentire al Richiedente di descrivere alcuni aspetti del progetto che potrebbero non essere specificamente affrontato in Parte B. Il Richiedente deve esporre il piano di lavoro suddividendolo in fasi.

Questa parte del modulo della domanda di sovvenzione consente di descrivere gli aspetti del progetto che non sono trattati nella Parte B. Devi elaborare il piano di lavoro e suddividerlo in fasi.

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Daniela R. Giusti

Daniela R. Giusti

Traduttrice poliglotta, marchande de prose, fotografa commerciale, webmaster di terza classe ma pet sitter di prima. Socia Mensa.

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