Ecco la mia serie Codici fiscali, una serie di dieci disegni a penna nera su foglio bianco.
Si tratta di fogli recuperati durante il mio lavoro presso la sede del Consolato Italiano di Parigi nel 2021. Essi sono in linea con il mio studio sul movimento, il corpo e in particolare il gesto dello slancio inteso come un impulso improvviso ma non improvvisato: un incessante bisogno di liberazione, un desiderio di libertà disciplinata. Come rompere il vuoto e la routine di giornata intere passate in uno sgabuzzino davanti a un computer analizzando i codici fiscali delle persone francesi residenti in Italia?
Ho iniziato a recuperare gran parte dei fogli di scarto. L’unico modo per combattere l’alienazione e la tristezza era trovare un linguaggio diverso che passasse per l’azione più semplice e concreta che mi restasse: disegnare.
Nasce quindi questa serie come presa di coscienza, una traccia di quel momento o meglio un allenamento quotidiano a utilizzare l’arte come un mezzo per raccontare e comunicare. L’arte può essere per definizione un codice che porta dentro di sé un distillato di realtà ma, a differenza di un codice fiscale, codice puramente alfa-numerico, i miei disegni si ispirano a lettere e numeri cercando però di trascenderli inventando un alfabeto nuovo. Alcuni di questi disegni li inviavo alle persone che chiedevano il rinnovamento del codice fiscale. Il contatto con queste persone avveniva solo per via telematica; ecco che allora inviare loro un mio disegno era un modo per donare loro qualcosa di diverso e creare una forma d’incanto nella mia, così come nella loro, quotidianità.
Caterina Biasi
