Editoriale Il colore

Mensa Italia | Quid n. 13 | Il colore Editoriale

Potrei dirvi che in questo numero ne vedrete di tutti i colori. Che ho passato notti in bianco per selezionare i contributi, niente cronaca nera, o cronaca rosa, ma nemmeno pezzi di colore. Non ho il sangue blu, e a furia di lavorare a Quid mi sono trovato al verde, avevo il conto in rosso, ho dovuto inventarmi qualcosa, evitare le zone grigie, comportarmi più da principe azzurro che da bestia nera, magari provare a vendere un romanzo giallo.

I colori sono un elemento così peculiare della nostra esistenza da aver inciso in profondità nel vocabolario. Ma anche nell’immaginario religioso e politico. I sacerdoti cattolici comunicano ai propri fedeli innanzitutto con l’abito talare, il cui colore identifica i tempi liturgici: oggi bianco, verde, rosso e viola, ma anche rosa, nero, azzurro e oro. L’arancione è caro ai buddisti, tanto che la veste dei monaci, kesa, indica proprio quel colore. Il verde è il colore sacro dell’Islam e infatti la bandiera della Libia, ai tempi di Gheddafi, era l’unica al mondo ad essere monocromatica. Anche sul versante politico i colori, come il rosso o il nero, rimandano con forza alla fede professata. A volte anche indossata, come per le camicie rosse di Garibaldi, le infauste nere e le meteoriche verdi. Alcuni blocchi di nazioni hanno deciso addirittura di utilizzare bandiere che sembrano variazioni sul tema, per evidenziare l’appartenenza a una comunità. È il caso dei colori panarabi (verde, rosso, bianco e nero); dei colori panafricani etiopici (oro, rosso e verde) o UNIA (nero, rosso e verde); e dei colori panslavi (bianco, blu e rosso).

Era quindi arrivato il momento che anche Quid facesse i conti con questo aspetto della vita quotidiana e in questo numero la “questione cromatica” verrà affrontata da molti punti di vista.

Alessio Petrolino metterà in discussione la rivoluzione Technicolor nel cinema, approfondendo invece come la settima arte possa usare la cromaticità in modo ben più ragionato e meno commerciale.

Lorenzo Dami ci porterà nel mondo del branding e del marketing, nel quale l’impatto dei colori viene sfruttato per modificare i comportamenti dei consumatori.

Valentina Signori ci trascinerà in un suo personalissimo viaggio nel mondo del colore viola.

Daniela R. Giusti affronterà in maniera trasversale i molti colori che conosciamo, cercando di scardinare alcuni luoghi comuni al riguardo. Dai colori che possono uccidere al diverso significato del blu nelle discografie italiane e statunitensi.

Alessia Martalò esplorerà l’incontro fra colore e Intelligenza Artificiale, che ha prodotto esperimenti riusciti e altri molto meno.

Antonio Sepe ci condurrà nel mondo della neuro-imaging per capire come i colori vengono utilizzati nella valutazione neurocriminologica del cervello.

Io seguirò i fantasmi di Newton (gli spettri colorati originati dai prismi) per capire attraverso una semplice metafora come fanno i periti balistici ad analizzare le particelle residuo di sparo. 

Alberto Viotto ci racconterà come, contrariamente a ciò che credono in molti, la formazione dei colori nel cervello e la loro interpretazione siano anche frutto di elementi emotivi, mnemonici, evolutivi, sociali e culturali.

La riflessione di Mario Papavero si sposta lateralmente rispetto al colore, verso le ombre e le sfumature, che, forse, seguendo Leonardo da Vinci, sono altrettanto importanti. del colore stesso.

Mentre Alessandro Mantini esplorerà il mondo del più paradossale dei colori, il trasparente, alla ricerca dei suoi legami col concetto di leadership.

Infine Arnaldo Carbone ci accompagnerà in due storie folli. Una società in Micronesia, nella quale una fetta importante della popolazione non vede i colori, e questo cambia il modo in cui vive la collettività. E un pittore innamorato dei colori che perde la capacità di vederli ed è costretto a fare i conti con la sua nuova condizione.

Non mancheranno poi un gioco logico elaborato da Alberta Sestito, rigorosamente colorato, e tre quiz di fisica, anch’essi a tema col numero.

In questo numero diamo anche il benvenuto a Caterina Biasi, artista italiana che vive a Parigi e che coniuga, nella sua ricerca artistica, disegno, filosofia e teatro.

La speranza è che, grazie ai contributi dei nostri autori, non guardiate mai più ai colori che vi circondino nello stesso modo. Perché nella cultura del futuro, sia di tipo “umanistico” che “scientifico”, sarà imperativo il superamento delle rigide partizioni che, negli ultimi tre secoli, hanno prima spinto ma poi rallentato il progresso. Solo una visione olistica, che tenga conto della complessità insita nei sistemi, può lanciare il sapere umano verso nuove direzioni. Quindi spero che, dopo la lettura di questo numero, osservando i colori o le sfumature di grigio che vi circondano, la lunghezza d’onda dei fotoni vi faccia riflettere sulle emozioni che provate, che la fisiologia dell’occhio non vi distragga dalle reti del cervello, e che il valore sociale di un colore non vi faccia ignorare l’effetto Raman.

Michele Frisia

Michele Frisia

Fisico teorico, perito balistico, former detective e scrittore. Stratega, giurista, agonista IPSC. Socio Mensa.

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