Questione di Scale

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Nel 1920 Karel Čapek crea “Rossum’s Universal Robots”, la prima opera fantascientifica distopica in cui si trattano temi legati alla creazione di esseri artificiali che in qualche misura si ribellano contro il proprio creatore. Da quel momento in poi si sono susseguiti diversi scritti e girati che esplorano questo tema, ognuno portando la propria visione su un mondo futuristico in cui la rivolta di macchine intelligenti porta ad un, più o meno rapido e disastroso, declino la società umana.

Sebbene nella maggior parte di queste opere fosse già presente una forma di discussione sui temi etici delle intelligenze artificiali, solo recentemente l’attenzione generale si è focalizzata su queste questioni. Non sorprende di certo il tempismo, se consideriamo gli avanzamenti tecnologici ottenuti negli ultimi anni; avanzamenti che hanno permesso di portare l’IA dal mondo della fantascienza a quello reale.

Il dibattito etico sulle intelligenze artificiali si sta concentrando in larga misura sull’impatto che questa sta avendo e potrà avere nella società moderna, discutendo su quanto sia giusto affidare ad essa attività che fino ad ora erano state prerogativa degli esseri umani, dalla semplice guida di un’auto fino all’esecuzione di un operazione chirurgica.

Volendo fare un ulteriore passo, c’è chi mette in guardia da possibili futuri in cui la società umana verrà interamente gestita dalle Intelligenze Artificiali. Infatti, da un lato questo permetterebbe di risolvere alcuni problemi, dall’altro richiederebbe di consegnare la gestione delle vite alle macchine, finendo così per diventarne dei veri e propri schiavi.

Ovviamente questi scenari sono molto distanti da quello che ad oggi è l’Intelligenza Artificiale; tuttavia, già ci sono state occasioni in cui l’utilizzo di sistemi intelligenti ha costituito una minaccia alla società.

Basti pensare a scandali come quello che ha coinvolto Facebook e Cambridge Analytica nel 2018, in cui i dati personali di milioni di utenti sono stati utilizzati per propagandare uno specifico messaggio politico.

Nonostante la gravità dell’accaduto, si potrebbe obiettare che questo tipo di comunicazione, in cui i politici modificano il proprio messaggio in base alla platea a cui si riferiscono, non sia un’innovazione portata dalle intelligenze artificiali. Infatti, non è nuova la strategia di cambiare, anche di molto, il modo di comunicare e i bisogni su cui fare leva in base al pubblico di riferimento in modo da risultare più convincenti.

Non risiedendo quindi nel tipo di attività in sé la minaccia per la democrazia, essa va cercata in altre caratteristiche. Sicuramente un ruolo fondamentale l’ha avuto la mancata comunicazione agli utenti di quello che stava accadendo, ma l’impatto dell’intelligenza artificiale, e che poi è il fattore che ha trasformato il tutto da semplice pratica comunicativa discutibile a vero e proprio scandalo, riguarda le scale. Quello che questi sistemi hanno permesso di fare, è stato portare un fenomeno che già esisteva ad una scala maggiore, aumentando a dismisura la capillarità e l’efficacia con cui si è potuto personalizzare e veicolare uno specifico messaggio.

Estendendo questo concetto ad altre aree in cui l’Intelligenza Artificiale sta avendo o avrà degli impatti potenzialmente negativi, si riscontrano delle interessanti analogie.

Ad esempio, l’introduzione di sistemi intelligenti nel mondo delle truffe e dei furti di identità desta non poca preoccupazione. Questa apprensione è collegata sempre alla scala del problema, infatti le IA potrebbero portare questi fenomeni, che sono sempre esistiti, ad un livello superiore, non solo per quanto riguarda la diffusione ma anche, e soprattutto, l’efficacia, creando così frodi sempre più difficili da scoprire.

Un altro fenomeno, in parte collegato con i precedenti, che è sempre stato pervasivo nella società ma che potrebbe essere potenziato in maniera preoccupante da queste tecnologie, è quello della disinformazione. L’intelligenza artificiale potrebbe portare ad una nuova scala questa piaga, non solo nella quantità dei contenuti disinformativi generati ma anche nella loro “qualità”, rendendo così sempre più difficile distinguere i contenuti disinformativi da quelli reali.

Tutte questi fenomeni nei prossimi anni potranno costituire una vera minaccia per i principi che fondano la società, minaccia ben più imminente dei futuri distopici in cui le Intelligenze Artificiali ribelli governeranno come schiavisti.

Tuttavia, negli esempi citati, e in altri affini, l’impatto diretto delle Intelligenze Artificiali è principalmente sulla scala dei fenomeni. Quindi il dibattito sui pericoli di queste tecnologie non dovrebbe riguardare solo le modalità con cui l’Intelligenza Artificiale potrà prendere il controllo della società, ma anche, e soprattutto, come questi strumenti possano essere utilizzati dagli esseri umani per distruggere, o quantomeno peggiorare, la società.

Matteo Massetti

Matteo Massetti

Software Engineer specializzato in Intelligenza Artificiale, appassionato di Tecnologia, Logica e Cultura Nerd. La curiosità è la sua bussola.

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