Il rosso scoreggia, il blu, le emozioni e Gustave Klimt
Midjourney, Stable diffusion, DALL-E, Night Cafe. Sono solo alcuni tra i numerosi e relativamente nuovi generatori di immagini che sfruttano gli algoritmi di intelligenza artificiale. In alcuni casi ancora acerbi, sono però sempre più amati dal pubblico che li impiegano per creare avatar o ritratti, per la produzione di immagini ad hoc e per molti altri scopi, senza avere reale cognizione di causa in merito ad argomenti delicati come privacy e sicurezza.
Ma ci sono altre possibili applicazioni dell’intelligenza artificiale al settore della grafica e, in particolar modo, nei confronti del colore, sebbene se ne parli ancora poco.
Già diversi anni fa l’intelligenza artificiale è stata messa alla prova per inventare nuovi colori. Janelle Shane, dottorata in Ingegneria dell’Università di San Diego, ha chiesto a una rete neurale, opportunamente istruita e addestrata a partire da oltre 7000 tonalità di colori, di ricavarne di nuove. L’IA ne ha inventati parecchi, tra cui il giallo spiaggia luminosa (bright beach), il rosso scoreggia (farty red), il celeste bagnante timido (shy bather) e il rosa colon. Una rete neurale alla quale decisamente non mancava l’inventiva.
L’intelligenza artificiale mostra creatività e fantasia nella creazione dei nomi di tonalità (a volte piuttosto improbabili), però il colore che caratterizza i loghi e in generale le immagini delle aziende che lavorano in questo ambito sono basate quasi esclusivamente sul blu, come emerge dalla ricerca di “artificial intelligence” su Google Images.
Secondo la teoria dei colori, il blu sarebbe associato alla fiducia, alla rassicurazione, all’affidabilità, alla calma e alla serenità. Chi lavora nella grafica e nel web designing sa bene quanto la scelta dei colori sia importante per trasmettere le emozioni desiderate. Huemint è un servizio che permette, tramite l’intelligenza artificiale, di creare una palette di colori per il proprio brand. Ma aver scelto proprio il blu, per un prodotto che è associato sempre più frequentemente alla minaccia di porre fine all’esistenza umana sulla Terra, è quantomeno curioso.
L’intelligenza artificiale è stata di recente utilizzata anche per scopi apparentemente più utili rispetto alla creazione di nuovi colori. Le fotografie in bianco e nero, e anche i film, possono scoprire la magia del colore grazie a DeOldify, progetto Open Source dal nome auto-esplicativo, ad opera di Jason Antic e Danna Kelley e disponibile sulla piattaforma Google Colab.
MyHeritage, il servizio che permette di ricostruire la genealogia della propria famiglia, oltre che esplorare le etnie riconducibili al proprio DNA, offre un servizio di riconversione foto da bianco e nero a colori, sfruttando proprio il progetto Open Source appena citato. Il claim, piuttosto in linea con gli scopi del sito, è “guarda il tuo retaggio a colori”.
Anche nel campo dell’identificazione dei colori ci sono novità. È notizia di pochi mesi fa che un gruppo di ricercatori dell’Università Northeastern di Boston è riuscito a realizzare un dispositivo in grado di riconoscere milioni di colori. Un importante passo nel campo della visione artificiale, dove è sempre più importante un altissimo grado di automazione. Tra le applicazioni industriali più interessanti, spiegano i ricercatori, troviamo la guida automatica dei veicoli, lo smistamento agricolo e l’imaging satellitare remoto.
Non solo fotografie e film: l’intelligenza artificiale si rivela promettente anche per il mondo dell’arte.
Un paio di anni fa il quadro perduto di Gustave Klimt, Medicine, è stato “recuperato” attraverso algoritmi di intelligenza artificiale, opportunamente addestrati con il solo materiale disponibile, ovvero schizzi preparatori e fotografie parziali. Per il ripristino del colore, per il quale non si avevano sufficienti informazioni, sono state utilizzate le altre opere dell’artista che hanno permesso all’IA di comprenderne lo stile e intuire una possibile ricostruzione del quadro in questione.
Ma l’intelligenza artificiale non affianca solo gli artisti, può arrivare a sostituirli. Nel 2022, un’immagine creata con Midjourney, dal titolo Théâtre D’opéra Spatial, ha vinto il concorso d’arte “Colorado State Fair” nella sezione Arte digitale. Le polemiche, naturalmente, non sono mancate e toccano argomenti come l’autorialità artistica, il consumo energetico e il copywriting. È davvero possibile, come alcuni sostengono, che ci stiamo avviando verso la scomparsa delle professioni artistiche? È ancora troppo presto per dirlo, ma il solo sospetto rimanda la nostra mente alla peggior fantascienza.
